Il colore blu è uno dei più amati di sempre, ed una sua tonalità molto speciale, il blu egiziano, è considerato particolarmente prezioso fin dai tempi più antichi.
Infatti, oltre ad essere considerato un colore regale, associato al cielo, all'acqua fonte di vita e alla divinità, il blu egiziano è il più antico pigmento artificiale conosciuto.

I primi coloranti nell'arte e nell'artigianato 

Sembra che il blu egiziano si sia diffuso a partire dal 3100 a.C.

In realtà, diversi pigmenti di colore rosso, nero, marrone ed altri, erano di uso comune molto tempo prima della diffusione del blu egiziano.

Era molto più facile produrli perché venivano estratti da vegetali o ricavati da minerali già presenti in natura.

Per esempio, dalla lavorazione di una pianta comunemente nota col nome di guado, si otteneva una sfumatura di blu, molto usata nelle rappresentazioni artistiche e rituali.

Ma il pigmento blu più prezioso e ricercato era l'azzurrite, una sostanza rara e quindi molto costosa, derivata dal minerale lapislazzuli.

I costi per la sua estrazione e trasformazione erano così elevati che gli antichi egizi cercarono, ed infine trovarono, il modo di creare artificialmente il proprio pigmento blu. 

Una procedura misteriosa, complessa e all'avanguardia

Negli ultimi due secoli, scienziati e archeologi di tutto il mondo hanno studiato la composizione del blu egiziano, effettuando numerosi esperimenti per scoprire le tecniche utilizzate per produrlo nell'antichità.

Per molto tempo questa procedura è rimasta un mistero, perché nessun documento dell'epoca descrive il metodo di produzione del blu egiziano.

Le uniche testimonianze scritte disponibili sono attribuite a Vitruvio, uno storico Romano del I secolo a.C., ma risultano un po' imprecise. 

Le prime fonti attendibili sulle materie prime e sui metodi utilizzati dagli antichi Egizi per fabbricare il loro pigmento blu, sono state prodotte intorno al 1960.

Oggi sappiamo che utilizzavano una miscela con proporzioni ben determinate di rame (in forma di limatura o malachite), silice (quarzo macinato o sabbia del deserto) e calcare, riscaldata a circa 850-950°C.

Per ottenere un punto di blu più intenso, spesso dopo la cottura la polvere veniva rimacinata, impastata con acqua, confezionata in piccole sfere e nuovamente messa in forno.

Utilizzi antichi e moderni del blu egiziano

Il risultato di questa lavorazione è considerato il primo pigmento di produzione artificiale della storia.

Nell'antichità serviva per dipingere complementi d'arredo in legno, decorare fogli di papiro, tele, indumenti in stoffa, o per smaltare vasi e altri oggetti, specialmente in campo funerario.

Questo perchè nell'antichità il blu aveva un forte significato mistico e propiziatorio.

Oggi, oltre ad essere una tonalità molto amata nella moda, nel design e nell'arte, il pigmento Blu Egiziano ha diversi utilizzi in campo scientifico e tecnologico.

Infatti, quando viene esposto ad una fonte di luce visibile, emette una luminescenza nel vicino infrarosso molto potente e con un tempo di decadimento piuttosto lungo.

Inoltre, ha la capacità di essere molto malleabile, fino a formare nanosheet, cioè fogli spessi pochi millesimi di millimetro.

Queste caratteristiche rendono il blu egiziano adatto a applicazioni in biomedicina, telecomunicazioni, applicazioni termiche, fotovoltaiche, ed altre.

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